22.10.05

"Parlandomi"

Stamattina mi sono svegliata
alle 7:30.

HO deciso di restare a letto,
nonostante l'ansia mi buttasse fuori
dal letto e mi spingesse a farefarefare.

Sono rimasta a letto ed ho iniziato a parlare.

In realtà parlavo come se stessi scrivendo
una lettera, a tutte le persone a cui o verso
cui provo dei sentimenti, buoni o cattivi.

E così ho "sentito" cosa provo verso le persone
e verso me stessa e cosa negli altri
mi colpisce o mi fa tenerezza o mi fa arrabbiare.

Mi sono anche scritta una lettera.
"Cara Margherita,.... "
e mi sono messa a piangere.

Però è stato bello.

Poi, sono andata davanti allo specchio
e mi sono deta: "Ti voglio bene".

Cazzo: stradifficile.

C'e' qualcosa che mi spinge
a sfuggire lo sguardo
quando mi guardo.

Cioè, mi guardo di sfuggita
come se avessi paura di vedere
come sono.

Certe volte, infatti, non mi riconosco neanche...

Imbarazzante direi...

L'atteggiamento della mia bocca mentre parlo
o l'atteggiamento che altre persone hanno
nel come muovono le labbra
mi colpisce.

Probabilmente deriva dal fatto
che mi hanno insegnato
a non guradare gli occhi di chi ho di fronte
ma a guardare le labbra.

Ed è una cosa che mi porto dietro
da anni.

Insomma, un dialogo/epistolare.
meditato, ponderato e fatto con calma.

Il tutto è durato circa un'ora.

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