17.5.05

Il valore del gioco

Qualche tempo fa discutevo, con non so chi,
del valore dei giochi, dello sport per un bamnino,
per un ragazzo.

Dicevamo che il gioco sia un modo per
simulare” la vita, solo che si fa in modo non serio.

Per cui fa bene.
E’ una sorta di allenamento,
che servirà per le “partite” vere.

Ebbene, domenica, a Ostia, siamo capitati in
un “campo per skaters”, ragazzi che giocano
con lo skateboard.

Era una gara e si allenavano tutti
affannosamente per il loro “momento”.

Ebbene, mi ha colpito la loro
capacità di cadere e rialzarsi.

Provavano, cadevano, e come bambole di gomma,
sembrava non si facessero niente e riprovavano.

Chi si era portato parastinchi e paragomiti
e casco e chi niente.

Ma tutti avevano la stessa forte e decisa caparbietà
nel non farsi “annichilire” dalla “vita”.

Ancora più bella era l’amicizia che legava alcuni di loro.

Nel dolore, nelle vittorie, nei tentativi,
si davano manforte, battendosi il 5,
si bisbigliavano parole alle orecchie,
si facevano segnacci affettuosi

Certo, anch’io ho “giocato “ a tennis.
Certo, lì non cadevo davvero.
Lì cadevo sbagliando le palle.

Non so quanto mi sia servito giocare
così tanto a tennis...forse ho giocato troppo...

Però è stato bello

^_^

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