4.4.11

"Paura e realtà" Qualche giorno fa ho sognato che mi violentavano. Passavo in una strada solitaria, e c'erano tre operai a lavoro in un capannone a lato. Uno di loro si avvicina e mi si porta via. Io strillo, chiedo aiuto, sperando nell'intervento degli altri due, i quali dapprima erano indifferenti, e poi si uniscono al loro compare. Un sogno orribile. Non tanto per la violenza, di cui non c'e' traccia nel sogno, quanto per il fatto di chiamare, di avere una voce flebile ed acuta, poco casinante... Il chiamare per chiedere aiuto e invece di vedere arrivare aiuto, arrivano altri che ti faranno del male. L'altro giorno, sull'ultima carrozza del treno che prendo per andare a lavoro, salgono 4 ubriachi di chissà quale paese ad est dell'Italia. Rumeni, albanesi o chissà. Uno salende sbatte e cade e bestemmia. Gli altri bestemmiano solo. Due ragazzi spagnoli a fianco a me si alzano e se ne vanno. Un uomo adulto, prende e se ne va. Resto io, con loro. pensavo: non devo avere pregiudizi. Non mi faranno del male. Poi ho visto che ad uno usciva sangue, chissà da dove, forse quello che era caduto. Il sangue era densissimo, cadeva sul pavimento del vagone e diventava scuro per contrasto con lo scuro del pavimento. Qualuno ha pulito, passando un dito o chissà cos'altro in mezzo al quel sangue... Ho pensato all'AIDS, alla paura. Al mio senso del dovere ed alla mia paura. Poi ho pensato al sogno. E, nel modo più tranquillo possibile, me ne sono andata, sperando che non mi seguissero. Sono andata di corsa dal capotreno. ERa una donna. Le ho detto che c'erano quei 4 a bordo e che le conveniva non intervenire (lei donna, io donna, essiri inutili ed in pericolo) e di chiamare la POLFER di Termini, verso cui eravamo diretti. Lei è andata e li ha fatti scendere. A Tuscolana. Ormai la stazione tuscolana è diventata un punto di incontro per tantissimi di questi uomini. NOn mi dispiace che vengano, ma mi dispiace molto di più che sporcano, che sono ignoranti, che bevono, che rendono meno sicure le strade già insicure. Ormai si assiepano in un angolo della stazione, bevono, in attesa della Caritas che distribuisce cibo la sera, sempre alla stazione tuscolana. Lasciano piatti e bicchieri di plastica ovunque, cibo ovunque. Non mi sento per niente al sicuro. Per niente. Anche ieri, a piedi io e due indieni, in una stradina solitaria, ho avuto paura. Gli indiani però non sono mai molesti. Il sentiero conduceva all'ingresso dell'Acquasanta golf club. Ricchezza. Soldi. Io ero a piedi. Io e due indiani. L'altro ieri, una donna che lavora al Comune, mi ha chiesto "ma quanto costa avere una macchina?" Una con una macchina. Come se il costo della macchina non la toccasse minimamente. Io non piango povertà. Piango giustizia. Che per me non c'e'. :/

0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page