" Parlare, aprirsi "
Ieri sera, ennesimo tavolo per i radicali.
Ne parlavamo a cena con Ilmiocucciolo.
Adesso, la consapevolezza del dialogo e
di come e quali possano essere le forme
che assume la diffidenza o l'indifferenza,
rende i tavoli per le form,e del referendum
ancora più interessanti.
Prima far firmare era una sfida.
Ed essere mossa da un sano proincipio
mi dava tanta forza.
Le delusioni, ma anche le tante piccole
soddisfazioni,
mi hanno portata ad andare avanti, ad insistere.
NOn solo perchè lotto per una giusta causa,
ma anche perchè le difficoltà rendono più forti.
E' vero che i tavoli mi sfiniscono.
NOn sono fisicamente,
ma soprattutto psichicamente.
perchè non so non mettercela tutta.
IN 4 ore non mi fermo mai.
pero' ieri sera, ero più cosciente dei messaggi metacomunicativi delle persone.
Di come arretrino se li aggredisco.
Di come porgano l'orecchio, se vogliono ascoltare.
Di come dicano un fermo "no" quando sono disinteressati.
Di come, alcuni, sembrino disinteressati, ma che vogliano sapere.
Di quelli che sembra non ti ascoltino, ma che invece poi firmano, dopo un po'.
DI quelli che dicono: faccio un giro o devo leggere qualcosa o non sono informato e prorogano, e magari qualcuno poi davvero ci va a firmare.
Di quelli che dicono subito "sì, vengo!".
NOn voglio sembrare fanatica o egoista,
ma mi sembra che chi riesco a portare
al tavolo delle firme
dipende da me all'80 per cento.
Sfondare il muro della diffidenza è faticosissimo.
E basta un momento in cui non sorrido sinceramnente o in cui divento troppo aggressiva
e la gente si allontana da me ancora di più.
Ma quando sto bene, mi sento come il miele.
Sono sensazioni bellissime.
Quelle di riuscire a sedurre le persone,
anche ascoltando e guardando con attenzione i loro segnali.
E' una fatica enorme.
Ma ne vale sempre più la pena.
:)
A domani
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