La generositá o?
Siamo in India.
C'é un uomo, un buon uomo, un buon lavoratore, un uomo solo, ma rispettato da tutti.
Lo vedo lavorare con la sua Apetta, aggiustarsi i capelli corti grigi; mettersi a posto la camicia celeste a righe bianche nei jeans. Riordinarsi e ripulirsi dopo lavoro...
Viene disturbato dal rumore della folla per una imminente esecuzione.
Tutto é pronto.
La vittima, una giovane donna e madre di una ragazza, deve morire.
Il "luogo della morte" é pronto. La vittima viene stesa a terra a pancia in giù; le vengono alzati i capelli dal collo, come se dovesse essere decapitata, con non so che mezzo. I minuti passano lenti durante il rituale. Della donna non sento alcun suono, come se fosse ormai pronta a morire. Non piange. Non si muove. Su di lei, a cavalcioni, il boia. La tiene ferma ed é pronto ...alza il braccio...
L'arma sta per abbattersi sul collo della vittima quando dal pubblico si alza uno strillo...
È la figlia.
La figlia si offre come vittima al posto della madre.
La madre viene alzata da terra.
In piedi, assiste al sacrificio della figlia.
Non sento rumori.
Nessuno piange.
Sembra quasi un sogno, anche quello.
Da un momento all'altro, io mi aspetto che tutto si fermerá, che il mio sogno si fermerá, che mi sveglierò o che qualcuno fermerá questa bruttissima esecuzione..una figlia che muore per la madre.
Tutto prosegue.
La figlia viene stesa a terra.
Viene preparata.
Il boia vuole sangue e questa sostituzioneha soltanto prolungato il suo divertimento, ma al contempo l'ha anche irritato un po'...
Si mette sulla sciena della vittima.
Sembra si stia appreztando a segare il collo della ragazza. Con una sega, segando la carne viva, la ragaxza viva e cosciente..
La lama si avvicina alle pelle del colodella ragazza.
Il boia é quasi famelico.
Finalmente giustizia sará fatta.
Qualcuno doveva morire e morirá.
Il tappetinosu cuié sdraiata la ragazza é all'ombra di un ombrellone quadrato, basso e largo, quadi come garantire frescura al duro lavoro del boia. C'é un tavolino, su cui ci sono le armi, ma non si vedono. A fianco del tavolino, una specie di inserviente, che passa le armi al boia.
Il sacrificio sta per compiersi, ma, proprio come in una favola, un grido si alza dalla folla.
É il nostro buon uomo.
É lui che si offre in sacrificio al posto della ragazza.
Non si può farla morire.
Non si può spezzare una vita.
Non si può spezzare un legame affettivo.
Lui é solo.
Nessuno lo rimpiangerà.
Non ha famiglia lui.
Lo vedo riassettarsi la camicia prima di stendersi a terra, a pancia in giù.
La speranza che qualcuno fermi quello scempio é fortissima.
Lui non può morire.
Lui no.
Ma il boia prende una siringa e gliela conficca nel collo veloce e con uno strillo straziante spinge il pollice sullo stantuffo che inietta il veleno nel collo del nostro povero uomo.
Che muore lentamente.
Prima sorpreso dalla quasi pugnalata che la siringa gli era sembrata e poi dal lieve torpore che lo avvolge.
Il boia, temendo altre interruzioni, aveva optato per la via più rapida e sicura...
Il buon uomo muore.
Nessuno ha fermato il boia.
Il sogno non si é fermato prima.
Il buon uomo é morto.
Il sogno é finito con la sua morte.
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