“Il perché ed il percome delle … parolacce”
L’argomento e’ VIETATO agli under 18…. mesi però…
( praticamente solo a chi non sa ancora parlare!!! ),
perché, tanto, una delle prime cose che bambini, e stranieri, impara sono proprio...
......................................... le parolacce!!!
Sintetizzando al massimo, ritengo che le parolacce vengano dette per diversi motivi.
I principali sono:
1. Parolacce pronunciate contro cose e persone ignote, o per un destino non proprio
benevolo. Sono necessarie: impediscono omicidi di massa o ricoveri presso ospedali psichiatrici e/o CIM.
2. Parolacce dette proprio contro cose, persone e fatti ben determinati.
Non e’ detto che non implichino percosse e/o omicidi.
Sono il primo stadio di un malessere ben articolato e complesso…
Spesso sono veri e propri insulti.
3. Parolaccia-intercalare. Più o meno pronunciate con intento violento…
Spesso, ma non sempre, sono il preludio ad insulti più pesanti…e,
per questo, più pericolose.
4. I “Sinonimi” . In genere vengono pronunciati dalle donne e dai bambini,
per nascondere una certa mascolinità/volgarità nelle prime ed una certa
ignoranza nei secondi. Anche queste possono essere il preludio ad insulti,
percosse, omicidi…se non debitamente ascoltate.
IL PERCHE’ VENGANO DETTE CERTE PAROLACCE PIUTTOSTO CHE ALTRE
( DATA L’ENORME VARIANTE DI POSSIBILITÀ ), CREDO DIPENDA DA QUANTO
LA PAROLACCIA DIA SODDISFAZIONE NEL CORSO DELLA SUA PRONUNCIA.
Non tanto quindi dalla gravità della parolaccia in se; più da quanta "fatica" si fa nel
pronunciarla e la conseguente “liberazione” nell’averla pronunciata.
Es: sarai d’accordo con me che tra dire “cavolo “ e dire “porcodue” c’e’ una grande differenza
( nessuna delle due e’ una parolaccia vera e propria ).
La parola “cavolo” scorre liscia e veloce in bocca… Mentre nel pronunciare “porcodue”
( una pseudo bestemmia ) tirar fuori la u dopo la d e’ proprio una liberazione….
Se Poi consideri che , generalmente, chi dice “porcodue” lo dice, in realtà, con più foga
e cioe’ “PORCODDDDDUE”… allora capisci di cosa parlo…
Andando un po’ più sul pesante, la differenza tra “stronzo” e “coglione” sembra evidente,
anche in questo caso. Pronunciare la prima comporta un certo sforzo, soprattutto nella
prima fase della parola “STRRRRRR”…per cui dire il resto e’ estremamente liberatorio.
la seconda scorre liscia...solo la "gl" da un po' di resistenza...Ma tra le due non c'e' paragone...
Infine, per fare un ultimo, eclatante, esempio, parliamo del “vaffanculo” classico.
Dico “classico” non a caso, perche’ credo sia la parolaccia più liberatoria esistente.
La resistenza delle labbra nel pronunciare le due “ff” e’ cosi’ forte ...
che il resto della parola esce …da Dio…
Termino il discorso, portando come esempio, una mia esperienza personale.
Quando giocavo a tennis ( e non solo allora ! ) puoi immaginare quante e quali
parolacce dicessi, per cui cercavo anche di limitarmi un po’…
Beh..Già da allora ero convinta della teoria oggi esposta e così avevo trovato
una imprecazione per me estremamente soddisfacente e cioè:
“ MannaGGGiaGGGiacomo! ”
Mentre, la mia compagna di tennis, insisteva su un banale “ Porca trota”…
A domani,
Maggie
0 Commenti:
Posta un commento
Iscriviti a Commenti sul post [Atom]
<< Home page