5.2.03

STRANIERI
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Valerio Aiolli ha colto di nuovo nel segno.
Dopo 40 pagine sono riuscita ad entrare nel libro.
Non sono poche, lo so, e, per un libro, possono essere troppe.
Non poche volte, infatti, ho pensato di passare ad un altro libro,
ma “Luce profuga” mi ha tenuta legata a se grazie
…al titolo…“Luce profuga”…

Adesso capisco del tutto cosa significhi.
E’ riferito alla luce che c’e’ negli occhi di questi stranieri
che, profughi, approdano in Italia.
E’ una luce strana, fatta di speranza, di disperazione,
di fame, di orgoglio.

Hanno tutti una grande dignità, che nulla smuove, neanche il denaro.
Hanno tutti un’umiltà che in Italia non esiste.

Lo sai che sono stata male domenica notte.
Ho avuto paura nel corso della nottata e ne ho avuta poi la mattina
quando ero sola a casa, perché ero debolissima.

Ho pensato che l’unica persona che potesse essermi di immediato
aiuto, senza creare troppi danni, fosse Georgina, la
ragazza che mi fa le pulizie a casa.
Moldava, regolarizzata badante, 25 anni.
Magra come un grissino.
Lavora 14 ore al giorno.
Domestica, infermiera, badante...

L’ho chiamata , alle 7… ed ha risposto subito.
Le ho detto “ Georgie, sto male un’altra volta. Puoi venire appena puoi?”
“Arrivo” mi ha detto e dopo mezz’ora era da me.

Era dispiaciuta di vedermi così, si vedeva, era anche preoccupata.
Le ho detto cosa avevo avuto e l’ho mandata in farmacia per farmi
prendere qualcosa che mi facesse stare meglio.
Tra l’altro non avevo un’euro , e lei mi ha anticipato i soldi della
medicina. Nel frattempo mi ha preparato il tea.

Avevo paura di stare male di nuovo, ma l’ho mandata via, perché
anche lei doveva cominciare il suo giro di lavoretti…
e così sono rimasta a casa.

Dopo un po’ mi ha chiamata per sapere come stavo.
Lei ha chiamato me.
Lei ha chiamato me.


Le ho detto che stavo meglio, che le dovevo molto, che la
ringraziavo.
Nei suoi occhi c’e’ quella luce.
All’inizio non mi guardava mai negli occhi,
aveva sempre la testa china.

Adesso mi guarda e sorride.
Gli occhi le brillano
.


Maggie

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