8.7.05

" Terrorismo psicologico "

Nel gruppo c'e' una signora che mi sta piuttosto sul cavolo.
MI sta sul cavolo anche come respira.
come mette la bocca e ovviamente continua a
sbagliare quando dice le cose: continua
impereterrita a raccontare la cronaca e
non ciò che la cronaca le crea a livello emotivo...
Comunque...

Un mese fa circa ci "spaventò tutte" raccontando
che aveva visto un aggressione ad un uomo,
da parte di due teppisti.

Disse che avevano dato un cazzotto sul naso,
forte, ad un uomo, il quale avendo gli occhiali
se l'era spaccato ancora di più.

Disse del sangue e della paura a circolare
viste le nuove modalità di aggressione...

E così per un paio d'ore ho pensato,
incrociando le persone per strada, di togliermi
gli occhiali, così che a chi avesse voluto
aggredirmi non mi avrebbe spaccato una
lente in un occhio...

Tutto ad un kilometro da casa mia.

Poi, non ricordo se lei, ma mi pare proprio di
sì, ha raccontato di una ragazza violentata,
davanti al cinema ad un km da casa mia.
E nessuno l'aveva soccorsa.

Poi, l'altro ieri, ci ha detto dei maniaci che
a san giovanni, casa mia praticamente,
stanno dando fuoco a macchine e motorini.

Continua così la sua opera di diffusione del
terroirsmo che, devo dirlo, un po' attecchisce
ma scatena poi più rabbia che rasseghnazione.

Non posso lasciare che la mia vita, che io
stessa limito in modi inverosimili, venga
limitata anche da "altri"...

Disseminatori di terrirismo psicologico,
perchè tale è e lo fa sia chi lo pratica
sia chi lo racconta e diffonde.

Non il silenzio, certo.
Trasparenza, ma costruttiva cazzo!

Insomma...

E poi ieri... Ieri arriva Londra.

E io penso a me.
Sì.

Che sono alla stazione tiburtina.
Punto sensibile d'attacco.
Penso che dovrei prendere il bus.
Che forse è meglio non ficcarsi sotto terra.

E poi penso che no.
no.
no.
no.
non posso limitare la mia vita.
Non posso dargliela vinta.
A lei ed a tutti quelli che vorrebbero cambiare la tua vita.
Non posso.
Non devo.

NO.

Sì, alla normalità, anche nel terrore.

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