28.1.09

"Il dentista e la psicologia spicciola"

Ieri pomeriggio sono andata dalla dentista.
Le ho chiesto subito se c'era la possibilità che
nonostante l'anestesia mi facesse male.
S'e' stranita.

Poi le ho chiesto di "non calcare la mano"
cioè di non spiongere con il trapano, ma di essere delicata.
S'e' stranita.

AD un certo punto, m'ha fatto male
e ho fatto un salto sulla sedia.
Mi ha ridicolizzata.

Poi ho fatto un altro salto
e mi ha detto che "devo stare tranquilla"
perchè se no anche lei lavora male.

Poi le ho chiesto come mai si attardasse tanto
a fare una cosa (sembrava non ci riuscisse)
e s'e' stranita.

Alla fine, se n'e' andata e non mi ha neanche salutata.

All'assistente ho detto che sono io quella che soffre.
Non lei.

Sono tornata a casa fuori di me
per essere stata oltre un'ora sotto le mani
di una persona che non ha minimamente idea
di cosa voglia dire "respirare", "empatia",
ascoltare, guardare il paziente.

Sono fermamente intenzionata
a non farmi più curare da lui.
Ed a far presente il suo comportanmento,
non per farla cazziare, ma per farle dire che
non esiste una persona che possa impedire
al proprio corpo di "reagire" al dolore.

Al solo pensiero
mi stranisco ancora.

Poi ho visto A.
Siamo stati benissimo.
Benissimo.
Per fortuna.

2 Commenti:

Alle mercoledì, 28 gennaio, 2009 , Anonymous Anonimo ha detto...

Meggie, sulla dentista, io sono del parere che uno deve cambiare medico quando non ha più fiducia in lui, di chi sia sia la "colpa".
F,

 
Alle giovedì, 29 gennaio, 2009 , Anonymous Anonimo ha detto...

potresti consigliare ad A il tuo dentista...

 

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