25.1.22

Il troppo stroppia

 Forse sono stanca.

Non fisicamente... oddio, fisicamente anche un po', sì...

Ma sicuramente psichicamente...

Devo limitare i contatti con le persone, per non essere risucchiata in un vortice di parole senza fine e senza fini...

Così devo smettere di credere e pensare che ciò che uno scrive, su questi cazzo di social, possa restare impresso, nella mente delle persone.

Scorre e sparisce. ecco la realtà.

E viene dimenticato ed attrae l'attenzione verso altri e più interessanti spunti di attrazione.

E così la nostra mente viene sempre più stimolata, cognitivamente, ad inseguire il piacere, che, però, è del tutto effimero.

CAzzo di cellulari di merda..

Io, per fortuna, riesco a farmi agganciare poco, ma vedo clienti, adulti ed adolescenti, che vivono nel cellulare. Credendo che quella sia vita vera.

E poi sono stanca di tutto questo finto benessere...Mi fa sentire solo tanto triste il pensiero di una società siffatta...

E poi i lavori, le consegne bucate, gli operatori che spariscono... 

Frustrata e impotente e assolutamente non mi piace affatto, sentirmi così...

e il bello è che se mollo dove vado a finire?

Senza cucina, senza mobili bagno, senza lavatrice, fornello, frigo..

Sarebbe da fare stragi e disdire tutti gli ordini...

Divento avvocato e mi diverto a fare causa a questa massa di stronzi...

13.1.22

Idee

Ho deciso di dare una mano ad una associazione di zona, per il dopo scuola di ragazzi di qualsiasi età del quartiere, come volontaria.

non so quando lo farò, nè come, ma intanto ho fatto un passo.

mentre tornavo dalla mia passeggiata del giovedì ho intravisto un viso "conosciuto": mi sembrava proprio il suo viso. Forma, colore della pelle, capelli vastani. Lui.

Quando intra-vedo un tipo alto e magro sposto sempre l'attenzione per cercare quelle caratteristiche. Mi può passare anche dietro le spalle, ma una tirata di sguardo gliela do lo stesso. 

Anche oggi, ovviamente, ero senza gli occhiali per vedere da lontano e quindi non sono affatto sicura che fosse lui e, mossa dalla paura, non ho riguardato per provare a mettere a fuoco. ho continuato a fare la vaga. 

ho sperato che mi sorridesse, come per dirmi confermare che avevo visto giusto e che "è tutto passato", oppure che mi rincorresse per fare due chiacchiere sul passato. non è accaduto. 

anche quando l'ho incrociato da Decathlon, a dicembre, non ero sicura fosse lui. Ma quando l'ho sentito dire "permesso" sulle scale mobili a chi gli intralciava la fuga, l'ho riconoscuto.

La paura che sia lui e che mi parli c'è sempre. E c'è sempre tanta sorpresa. E anche una emozione legata alla speranza che abbia dimenticato e che mi abbia perdonata...

Mi piacerebbe poterci parlare davanti ad un caffè, senza giudizio.

chissà se accadrà mai.

Che poi io paura di che? Semmai è lui che dovrebbe avere paura di me e magari ce l'ha eccome. Visto che fu lui a mettere quella distanza così netta e brusca tra noi. 

Ma io paura di cosa? 

Boh. So solo che la sento. E che mi paralizza. 

Cosa passi per la mia mente non voglio proprio fermarlo.